Amore e Stromboli
Calata dal Nord, esile e bionda
si è inserita in questa saga di colori cupi e intensi,
ribollenti di passioni represse e di energie.
Ha rabbonito il vulcano facendoselo amico
e parla di lui nei suoi dipinti
come di un vecchio famigliare brontolone
e un po’ ostico.
Lo preferisce di notte, quando,
spiandolo furtiva, ne coglie la sagoma incombente,
i bagliori di fuoco che allagano il cielo
e si ritraggono improvvisi …
la scorpacciata di stelle … la falce di luna che dondola sulla sua schiena,
le nuvole sperdute dal gregge del giorno,
qualche lampo di luce che rabbrividisce lungo la grande gobba,
il mare che riposa sotto una coltre d’argento
e trattiene scaglie di fuoco.
I suoi dipinti sono setosi e vellutati,
trattengono la fissità astratta di un attimo,
l’evento sognato ed evocato di immagini stratificate nella memoria fino a diventare affettuosa ossessione, linea nel piccolo giardino protetto dalla pianta del finto pepe – un hortus conclusus – domestico e fuori dal tempo.
Qui il ramingo Ulisse potrebbe fermarsi e chiederle un bicchiere d’acqua e sedersi all’ombra,
in un pomeriggio afoso, mentre sotto la sciara del fuoco,
le sirene inquiete aspettano ansiose.
Olimpia Biasi
grazie a MariaGrazia Lasagna Mancini che ha sempre creduto in me, perfetta organizzatrice e cara amica.